Per la prima volta la Lampion Guitar recensita su una rivista mensile in carta patinata! Tutto ciò è stato possibile grazie all’interesse dell’inserzionsta Mara Cavedon che ha realizzato per Maxim una diveretente ma attenta intervista sull’invenzione della chitarra lampione e sull’attività musicale a 360 gradi di Fabio Cardullo. L’articolo compare nella rubrica ‘Crazy Job’ (pag. 46,47,48,49 di MAXIM – Gennaio 2015).
- 01 -Fabio Cardullo & Lamion Guitar – Maxim Gennaio 2015
- 02 -Fabio Cardullo & Lamion Guitar – Maxim Gennaio 2015
- 03 -Fabio Cardullo con Gaetano Cazzola e Sara Tamburello – Maxim Gennaio 2015
- 04 -Fabio Cardullo & Lamion Guitar – Copertina Maxim Gennaio 2015
Lampion Guitar “Storia di una chitarra riciclata”
(intervista di Mara Cavedon, rubrica Crazy Job – Maxim Italy 2015)
1. Spiegaci bene… vai in giro, trovi lampioni in disuso e li trasformi in chitarra? Ma come ti è venuta questa idea?
A dire il vero sono i lampioni che trovano me. Il primo lampione infatti giaceva impolverato sul laboratorio di restauro di una mia cara amica e appena lo presi in mano esclamai: “Lampion Guitar!”…tipo eureka! Generalmente non sono fatalista ma questa cosa sembrava proprio scritta nel mio destino. I lampioni li procuro grazie ad alcuni amici elettricisti ma in realtà qualcuno ironizza sul fatto che io vada a prenderli direttamente in cima ai piloni…e ci facciamo delle grosse risate.
2. Che sonorità ha una Lampion guitar rispetto ad una tradizionale?
Rispetto alla chitarra tradizionale direi che il suono è sicuramente più metallico ma riesce a conservare una sua rotondità e su un certo tipo di composizioni è veramente suggestivo.
Tutte le persone che hanno avuto modo di ascoltarle dal vivo sono rimaste piacevolmente sorprese da questo strumento riciclato che può definirsi un incrocio tra una chitarra resofonica (quella chitarra con la cassa armonica interamente di metallo) e una chitarra acustica tradizionale in legno. Sono molto affezionato a questa mia creazione, direi che il suo suono è unico.
3. Sei la dimostrazione che tutto può essere riutilizzato, ma alla fine anche i tuoi testi sono un inno alla sostenibilità ambientale, vero?
In questo momento più che mai credo che sia molto importante e utile recuperare non soltanto i materiali ma anche valori e sentimenti che ci accomunano gli uni agli altri e tra questi il più importante sono convinto che sia il nostro rapporto con madre natura, semplice, silenzioso e spontaneo senza troppi artifici.
4. “Gli alberi di Istanbul” è un tuo successo, ce ne parli?
Gli alberi di Istanbul nasce da una storia vera del 2013. E’ la storia del parco cittadino in pieno centro ad Istanbul che si chiama Gezi Park. Il governo aveva previsto l’abbattimento dei suoi 600 alberi per la costruzione di un centro commerciale. Ci sono stati degli scontri, 9 vittime e tutte le ideologie politiche, sportive e religiose sono scese in piazza per manifestare unite. Ad oggi il parco è salvo. E’ un successo del mio cuore essere riuscito a tradurre in musica e a portare alla luce questa storia snobbata dai media di tutto il mondo. Il video è su Youtube per la regia di Giuliano Cremasco.
5. “Metterò la testa a posto” è il nome di un tuo LP…è un monito?
Ah ah ah!! No direi che è l’ennesimo scherzo. Se mettessi la testa a posto sai che casino! Poi magari divento l’addetto all’illuminazione pubblica…rischiate di rimanere al buio.
6. Personalmente trovo esilarante anche il motto di “Assiepatevi”…
Assiepatevi tratto dal singolo Siepe quadrata è un inno alla condivisione, all’unione tra le persone, senza barriere, senza pippe mentali. Il video di questo brano è il primo clip musicale che ho pubblicato e conservo un ricordo bellissimo. Ironico, colorato e divertente ma che riesce a trasmettere anche sentimenti e messaggi profondi. E’ così che mi piace fare musica.
7. La vita del cantautore è un tra i mestieri più difficili : musicare testi propri, che in realtà sono poesie, per raggiungere il cuore delle persone. Ma tu, cosa sognavi di fare da bambino?
Da bambino sognavo di fare il pilota di aerei, poi più avanti ho fatto un giro sulle montagne russe e ho cambiato idea! La velocità e la forza di gravità non fanno per me, anzi. Ho deciso comunque di volare in un altro modo, continuando a credere ai miei sogni con tutto me stesso e molte volte andando contro i tornado dell’indifferenza e dell’egoismo, compreso il mio. Fare e ascoltare musica mi ha aiutato a crescere più di molte altre cose. Sta di fatto che mi sento ancora quel bambino curioso, energico e sorridente e queste qualità voglio che rimangano parte del mio essere. I don’t wanna grow up! Come dice Tom Waits!!